Dedica

Dedico questa raccolta di poesie a mia moglie che, da quando mi conosce, mi ha sempre detto "non mi piace come scrivi…" ed ogni volta, puntualmente, mi ha portato fortuna…

domenica 27 aprile 2008

Veronica

Banchi di scuola,
di una scuola lontana nel tempo,
sepolta dai ricordi,
dalle sue stesse macerie.

Tempo di chiesa,
di messe domenicali
tempo di solitudine e malinconia ...

Poi un giorno ...
... la luce, si fa strada in me,
col suo calore,
con la sua forza primordiale di due occhi...
dei tuoi occhi ...

Di corsa a casa, " .. esco per una passeggiata in bicicletta ... "
ti seguo,
come la notte la nave segue il faro,
unica sicurezza in un oceano di dubbi.

Ti ho amata quel giorno
e da allora per sempre,
senza conoscerti,
senza sapere il tuo nome
senza potertelo dire ...

Il tempo passa,
ti vedo spesso,
sono la tua ombra
per la strada di un paese che non mi ama,
perché non mi sono fatto amare.

Scopro le tue abitudini,
le tue amicizie,
la tua casa,
la finestra della tua camera,
il mio tempio mattutino,
una corsa in bicicletta e sono da te
" ... buongiorno amore,
spero che tu possa avere tutto ciò che desideri, oggi ...

Accorgiti di me, ti prego,
farei qualunque cosa per te,
... ti amo ... "

Pensieri di un ragazzino troppo maturo per la sua età
o forse pensieri troppo grandi
per un ragazzino ancora troppo immaturo,
per un ragazzino innamorato di te.

Basta !

Soffro troppo a ricordare,
eppure voglio ricordare,
voglio soffrire...
voglio rivivere quegli istanti attimo per attimo,
riprovare gli stessi sentimenti di quei giorni,
sentire il cuore battere
in un petto troppo stretto per l'amore che vi é dentro ...
... scoppio !

Devo confidarmi con qualcuno,
devo chiedere consiglio,
voglio conoscerti
ma non so come fare ...

Per questo esistono gli amici,
quelli veri,
non quelli che dicono di volerti aiutare
e come ti volti ti ridono alle spalle,
ti sputano sopra,
ti calpestano ...

E' la vita,
si sbaglia e si riprova,
senza mai arrendersi...

Poi un giorno, gli amici,
sempre loro ...
ti chiamano,
non so come
non l'ho mai saputo,
é stata la prima volta che ti ho vista,
per un istante ,
i miei occhi nei tuoi,
e tu hai saputo che io c'ero,
Ti seguo per parlarti,
ma il Tempo scappa via
trascinandoti con se lungo le scale di una scuola prigione,
nemica ...
una campana ci separa,
forse per sempre ...

Passano altri giorni,
altri mesi, altri anni,
anni di solitudine per il mio animo troppo sensibile,
per il mio cuore troppo bambino ...
eppure ormai vecchio ...

Ed io ora,
muoio, Veronica,
con nel cuore l'amore che ho serbato per te
e nell'anima l'ombra di quel tempo che é stato
e che non ritorna.

Questo mi é stato raccontato di te,
questo mi ha detto un vecchio
perché io lo scrivessi,
per renderti omaggio
con l'ultimo pensiero di una vita ...

Soffriva e tu ridevi di quel ragazzino che ti seguiva,
che incontravi troppo spesso,
che se gli rivolgevi la parola
diventava rosso,
si bloccava come una stupida macchinetta senza pile .

Eppure qualcosa lo spingeva ad insistere,
ad andare avanti,
stupidamente forse,
diritto per la sua strada ,
una strada di sofferenze, di dolore ...

Credendo in qualcosa,
più forte della morte che l'ha portato via,
credendo nell'Amore,
in quell'Amore che sopravvive
oltre la vita,
solo per te ...Veronica .
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

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