Dedica

Dedico questa raccolta di poesie a mia moglie che, da quando mi conosce, mi ha sempre detto "non mi piace come scrivi…" ed ogni volta, puntualmente, mi ha portato fortuna…

sabato 24 maggio 2008

Nuraghes...

Mi aggiro silenzioso,
tra mura gigantesche di roccia scura,
testimoni di un grandioso, sconosciuto passato...

Varcata la soglia di pietra,
il silenzio mi assale e l'anima vola
come chiamata dalle ombre del passato,
il passato di un popolo misterioso...

Le torri cave, i nuraghes,
strumenti di viaggio nel tempo,
di colpo mi sento uno di loro,
anche senza conoscerli...

Sento sulle spalle millenni di civiltà,
ora scomparsi anche dai ricordi dei vecchi,
tanti sono...

Eppure li sento vicini,
percepisco la presenza delle loro anime,
prigioniere di quelle rocce possenti,
alla ricerca di chi un giorno
restituirà loro la storia
negata dal tempo e dagli uomini...
Nuraghes...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
(Olbia-Civitavecchia, 24 maggio 2008)

Quando ero bambino...

Mi muovo tra i vicoli del mio paese, Gesico, ricordando...

Case piccole, di pietra, fango e paglia, ladini,

mi riportano nel passato...



Quante corse per quelle strade,

percorse, allora, da enormi mucche,

spaventose per me bambino...



La finestrella nella parete di fronte,

e il velo nero di una vecchietta che non conosco,

mi ricordano nonna Cenza,

col suo nero vestito e la sua vita triste...

e la sua morte...



Nuove costruzioni,

dove un tempo ce n'erano di vecchie

e piazze e cortili e chiese...

sette chiese per mille anime...



E l'asilo, maledetto e mai finito,

casa buona solo per uccelli...

sempre uguale, oggi come ieri!



E per le strade quasi nessuno,

come un paese che muore, lentamente...



Poi, l'estate, si rianima delle voci degli emigrati

che tornano a trovare i parenti,

bambini chiassosi corrono per le strade

sotto i lampioni, la sera...

di fronte ai grandi seduti sull'uscio,

sulle stesse sedie di legno e paglia

dei loro genitori e dei loro nonni...



E Gesico rivive...

per un istante lungo un'estate...


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
(Olbia-Civitavecchia, 24 maggio 2008)

Nostalgia di Sardegna...

Lentamente ti allontani dal molo...
la nave trema sotto la spinta dei motori...
l'acqua ribolle dietro le eliche possenti!

Segni distintivi di una partenza, ancora una...
dalla mia terra triste e silenziosa,
arsa dal sole,
coperta di spine,
saccheggiata nel tempo,
vilipesa dall'uomo,
dimenticata dalla storia!

Sardegna,
terra antica,
coperta di rovine di un tempo dimenticato,
testimoni di ere lontane,
di uomini rudi,
di genti mortali di stirpe celeste...

Pensieri, solo pensieri,
mentre la nave si allontana,
la terra si confonde col cielo
per poi sparire dietro le onde del mare.

Solo pensieri, ti restano,
di quel cielo stupendo, pulito, azzurro, immenso...
e l'immagine di una quercia millenaria,
ultima testimone di quell'antica civiltà da cui provengo...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
(Olbia-Civitavecchia, 24 maggio 2008)

lunedì 12 maggio 2008

Vita...

Vivere la vita istante per istante,
senza perderne niente,
consapevoli della sua brevità.

Vita densa di accadimenti,
di gioie e di dolori,
di noia da allontanare, come la morte!
Vita, unica e sola,
e perciò preziosa,
non meritevole di essere sprecata...

Vita da vivere sino in fondo,
per rispetto di chi ce l'ha data,
per donarla a chi seguirà...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Occhi...

Profondi, d'intelligenza...
verdi, di gaiezza scintillanti...
torvi, di vita amara vissuti...
tristi, seppur azzurri come il cielo...
luccicanti, di furbizia pieni...
lucidi, di lacrime gonfi...

Occhi, differenti...
ma pur sempre, dell'anima, specchio...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Sotto i ponti di Roma...

Ancora un saluto...
uno sguardo alle acque placide
che scorrono sotto i ponti di Roma.

Dall'alto osservo l'acqua scorrer via,
alla ricerca del mare lontano...

Un'anatra mi fa compagnia,
lontana dall'acqua amica osserva i suoi simili,
stupita dalla grandezza del mondo...

E io osservo lei, silenzioso, fermo,
cercando di comprendere i suoi pensieri...

I passanti osservano la scena,
senza fermarsi,
trascinati dalla frenesia
di una mattina romana che inizia...

Pochi istanti... poi il ritorno alla realtà
di una vita che scorre via
come l'acqua del Tevere,
sotto i ponti di Roma...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Salvezza?

Sensazione di stanchezza profonda,
buio dell'anima,
morte del corpo e dello spirito.

Notte profonda nel cuore...
sintomi di una vita senza senso,
buttata via in un attimo,
decine di volte...

Una piccola luce ti guida,
sarà quella giusta?
Chissà...

Alla fine della vita, forse, sapremo...
ma forse sarà tardi!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO